Garofani e silene
Per chi come me ha vissuto la sua infanzia a Sanremo nella seconda meta' del secolo scorso, i garofani sono i fiori per eccellenza. Sanremo era conosciuta come la capitale mondiale di questi fiori che venivano coltivati e spediti in tutto il mondo. Una coltura in serra nonostante il clima mitissimo di quelle zone, e con ampio uso di ogni tipo di merdaglia chimica atta a farli crescere sani, vigorosi, colorati, duraturi e con tutte le qualita' limitrofe che il mercato apprezza e richiede. Il mio povero papa', emigrato in citta' nel secondo dopoguerra, ha lavorato per qualche anno nei fiori, e dopo aver sperimentato di persona l'effetto di questi pesticidi e concimi chimici, che penetravano non solo nei polmoni ma anche sotto la pelle attraverso le punture delle rose e degli altri arbusti spinosi fortunatamente ha cercato un lavoro meno distruttivo per il fisico (anche se il benzinaio non e' l'archetipo del lavoro salubre).
I garofani sanremesi, il cui odore si percepiva forte nei locali del grande mercato dei fiori, anche quando il mercato non c'era, fiori con cui poche persone si sono arricchite e molte si sono ammalate, sono a prima vista ben diversi dai Dianthus spontanei che si possono trovare abbastanza comunemente in giro per i prati e i boschi d'Italia. Naturalmente ad una attenta osservazione si possono individuare le caratteristiche comuni, su una scala diversa, dovuta alle differenti dimensioni.
Ma non sono solo le dimensioni ad essere diverse. Cosi' come molti altri fiori selezionati e coltivati dall'uomo (primi tra tutti le rose), i garofani venduti dai fiorai sono "mostri", errori genetici della natura. I garofani selvatici infatti, cosi' come le rose "naturali" hanno tutti cinque petali, non uno di piu', non uno di meno. O meglio, se non hanno cinque petali vuol dire che sono garofani "sbagliati", come un uomo con sei dita. Ma si sa, i freaks hanno sempre attratto l'attenzione dlle folle e cosi' anche i fiori sbagliati sono stati apprezzati, selezionati, curati e quanto piu' erano "sbagliati" tanto piu' erano belli agli occhi della bestia umana. Cosi' succede non solo per i fiori. Se pensate che siamo riusciti a tirar fuori un pechinese da un lupo ...
Tornando a noi e ai nostri fiorellini selvatici, il genere Dianthus e' quello dei garofani. Generi vicini tassonomicamente e percio' raggruppati nella stessa famiglia (le Caryophyllaceae) sono le stellarie, erbe molto comuni e in alcuni casi (come nel mio giardino e orto) infestanti dai fiori piccoli e bianchi, i Cerastium che formano bei cuscini tra le rocce in montagna, e le Silene, molto diffuse, di cui mi piace ricordare l'etimologia: Sileno era il servitore di Bacco, un satiro con la panza molto grossa per le libagioni che condivideva con il suo datore di lavoro. La silene piu' comunue (Silene vulgaris) ha il calice rigonfio come un palloncino (una volta, quando non c'era Facebook ma addirittura neanche la TV, e i bimbi andavano in giro randagi, si divertivano a farli scoppiettare ). Be' sto sproloquiando come al solito. Ecco a voi le Caryophyllaceae fotografate dal sottoscritto: