Piante grasse in Italia
Si dovrebbe in realta' parlare di piante succulente, sono quelle piante che per il clima e l'ambiente in cui vivono sono costrette ad accumulare liquidi (acqua) nelle foglie e nei fusti, per poterne fruire nei periodi di astinenza.
Piante rappresentative di questa famiglia sono i cactus, che pero' sono tuttt'altro che numerosi nella flora spontanea italiana. A parte qualche rappresentante della famiglia delle Aizoaceae (Carpobrotus, Mesembryanthemum), la famiglia nettamente piu' numerosa da noi e' quella delle Crassulaceae, ed il termine significa evidentemente "piante grasse" (anzi, grassocce).
Da noi forse il genere piu' numeroso e' quello dei Sedum, che comprende una trentina di specie. Fiorellini molto belli, ma in questa famiglia i miei preferiti sono i semprevivi.
Il genere Sempervivum in Italia comprende meno di dieci specie, diverse delle quali sono anche utilizzate a scopi ornamentali. Questo genere mi ha sempre appassionato ed e' uno di quelli di cui mi ritengo abbastanza "esperto" per averlo sempre osservato con attenzione. La passione per questo genere mi porto' a suo tempo a costruire una pagina ad esso dedicata, che ho recuperato e se volete approfondire l'argomento la trovate qui. Credo inoltre di essere uno tra i non molti fortunati appassionati di queste piante ad osservare il S. calcareum, che in Italia nasce solo in un territorio molto limitato (indovinate un po'?) nei pressi del Monte Toraggio, sulla cresta che scende verso Ovest, verso il Passo muratone (sull'argomento vedi anche questa pagina).
Come curiosita' citero' il fatto che in poche centinaia di metri quadri nei dintorni della nostra casetta a Lod, in Valtournenche, ho trovato ben quattro specie di semprevivi (arachnoidaeum, grandiflorum, tectorum e montanum) ed altrettante di sedum (sexangulare, dasyphyllum, rupestre, album) mentre poco lontano si possono ancora trovare S. acre, S. atratum, S. annuum e S. alpestre.
Come ultima curiosità citero' un ritrovamento che molti anni fa mi lascio' molto perplesso. Cercavo orchidee in Val di Susa e in un prato vidi quella che credevo essere una pala (quelle specie di foglie ovali che sono in realta' ingrossamenti del fusto) di fico d'india. Non avendo mai visto fichi d'india a piu' di qualche chilometro dal mare, ed in climi ben diversi di quelli di questa valle alpina mi domandai chi mai avesse buttato proprio li' in quel prato lontano da qualsiasi abitazione in vista un pezzo di fico d'india. Provai a raccogliere la pala, e mi accorsi con stupore che era attaccata per terra. Non sapevo, e lo imparai poco dopo a casa, che una specie parente stretta del fico d'india, Opuntia compressa, poteva nascere spontaneamente anche in Piemonte...