Tutti i pensierini.

Pensierino del mese di Ottobre 2012:

Funghi e lupi

"That which we call a rose by any other name would smell as sweet".
Quella che noi chiamiamo rosa avrebbe lo stesso profumo soave, con qualsiasi altro nome la chiamassimo. (Shakespeare, Romeo & Juliet)

Cos'e' un nome? A parte la divagazione poetico-letteraria dell'incipit, una spiegazione razionale, pragmatica e molto elementare (non voglio fare filosofia, non ne sono capace) ci dice che un nome serve ad identificare, in una interazione tra uomini, qualsiasi entita' senza farvi riferimento diretto. Mi spiego meglio: se due persone parlano della basilica di San Pietro e sono in fondo a via della Conciliazione a Roma, possono dire "Questa chiesa qui" e si intenderanno perfettamente. Senza un riferimento diretto, altrettanto potranno fare in Piazza San Marco a Venezia dicendo "La chiesa di San Pietro in Vaticano".

Troppo banale? Scusatemi.

Ancora piu' banale: esistono nomi generici (un cane) nomi meno generici (un cane mastino napoletano) e ancora di meno (la cagnetta Asia di mia cugina).

Allora andiamo sul meno banale (?), spostandoci su un campo che, come sapete, mi piace e mi appassiona: quello della tassonomia biologica (Nomi di piante, funghi, animali). perlatumQui le cose si complicano, e dare un nome ad una cosa (pardòn, a un essere vivente) puo' diventare molto meno facile. Finche' si sta sui cani, tutto OK, cane e' per chiunque, "Canis canis" per gli studiosi, ma ci si riferisce sempre alla stessa classe di esseri viventi. Gia' se si dice "Rucola" o "Porcino" ci si sposta su un terreno potenzialmente minato, poiche' per lo studioso esistono (almeno) tre specie diverse di piante che tutti chiamano "Rucola" e almeno quattro di funghi che il volgo chiama "Porcino".

Il processo di definizione dei nomi delle specie degli esseri viventi e' complesso e segue regole minuziose e ferree che a volte producono risultati quantomeno discutibili. Cosi', ad esempio, quello che il grande Elias Magnus Fries (uno dei padri della micologia moderna) chiamo' Boletus elegans a riflettere l'indubbia eleganza di un fungo dal colore sgargiante, sull'arancio acceso, reso ancora piu' vistoso dalla brillantezza del rivestimento glassato (come se fosse ricoperto da una lucida bava trasparente lasciata da un'enorme lumaca), e' diventato recentemente Suillus grevillei, in omaggio al nome di un (quasi) sconosciuto micologo inglese, Robert Greville.

Ma come puo' questo argomento cosi' arido attrarre o interessare un pubblico piu' vasto degli psicolabili aficionados della tassonomia? Se, come il mio amico .mau. insegna, anche la matematica puo' avere aspetti interessanti e coinvolgenti per chiunque e non solo per gli appassionati, potrei riuscirci anch'io con la tassonomia, quindi provero' a raccontare qualche storia di nomi interessanti e strani.

Comincio con le vesce (o vescie?). Sono funghi che chiunque conosce (almeno nell'accezione generica del nome) ed ha incontrato almeno una volta nella vita. Palline piu' o meno bianche, di dimensioni variabili dal pisello al pallone Lycoperdon caelatumda football, dai colori e dalle forme variabili ma non troppo. Hanno in comune una caratteristica: la materia che si trova dentro la pallina (detta dagli studiosi "gleba") contiene le cellule riproduttive del fungo (le spore). Inizialmente la gleba e' bianca e soda (ed in questa fase il fungo e' commestibile). Poi matura e passa dal giallastro al verde in forma di materia mucillaginosa, per giungere infine ad una fase di polvere marrone-nerastra. Quando il processo di maturazione e' completo, la pallina "scoppia" e da un orifizio o una lacerazione sulla superficie fuoriesce questa polvere sporale sotto forma di un piccolo sbuffo fumoso, una nuvoletta scura. Naturalmente gli studiosi hanno tanti nomi diversi per specie diverse che hanno queste caratteristiche e che il volgo include sotto il nome di "vescia", ma le specie sono racchiuse quasi tutte nel genere "Lycoperdon".

Per anni ho ritenuto quasi ovvio il fatto che il termine "Vescia" derivasse da "vescica", vista la forma di questi funghi. Se poi,come me, aveste mai visto come si conserva(va) lo strutto nell'italia centrale, contenuto nella vescica del maiale che percio' risulta(va) un sacchetto tondeggiante e bianco, l'etimologia della parola sarebbe sembrata semplice anche a voi.

Al mio paese in Toscana questi funghi sono chiamati "puzzole", e questo, se pur scostandosi un po', si allinea al nome volgare che viene dato a questi funghi non solo in Italia, ma anche in Francia, in Germania ed in Spagna, dove sono chiamati "scoregge di lupo", anzi, meglio, "loffe di lupo". Non so bene perche' proprio di lupo, ma sicuramente lo scoppio di una vescia, con il suo sbuffo silenzioso di polvere brunastra, una loffa proprio la ricorda.

Ora il primo colpo di scena: Il nome vescia non deriva da "vescica", ma (probabilmente per contaminazione linguistica nelle regioni nord-occidentali) dal francese "Vesse". "Vesse de loup" e' infatti il nome con cui le vescie, o loffe di lupo, sono note al popolo francese.Lycoperdon piriforme

Dal dizionario Larousse:

"Vesse": (Populaire et vieux). Émission de gaz nauséabond faite sans bruit par l'anus.

definizione di mirabile concisione e completezza. E' interessante notare che le lingue ufficiali non si dilungano in sottigliezze, ma il dialetto (e quindi il volgo) ben distingue tra peti e loffe. Anche l'onomatopea sia francese (con la v e le esse soffiate) che italiana (la molle elle e la doppia effe, soffiata anch'essa) riportano al venticello "sans bruit", al contrario dello scoppiettante "pet" e della sonora "scoreggia". Non avete ancora riso abbastanza? Ottimo, vuol dire che non siete americani, in loro solo la parola "fart" suscita risate isteriche ed irrefrenabili. Gli inglesi, invece, da popolo raffinato, si distinguono anche in questo caso e chiamano questi funghi "Puffball", palline che soffiano, evitando il riferimento al basso ventre.

OK, adesso il colpo di scena finale. Il buon Christian Hendrik Persoon, padre della sistematica micologica nell'ambito del sistema Linneano, nella sua immane fatica di dare un nome alle varie specie di funghi a qualche cosa doveva ben ispirarsi, e quando non aveva abbastanza fantasia si appoggiava a quel che trovava gia' precotto dall'uso popolare. Ma dall'alto della sua erudizione scientifica non poteva certo usare termini in linguaggi "volgari" (che in questo caso significa moderni), potendo usare solo derivazioni dalle lingue classiche (greco e latino). E' per questo che chiamo' Lycoperdon questo genere di funghi. Se alla prima parte del nome qualcuno sicuramente potra' associare il termine "licantropo" (uomo lupo) solo i piu' eruditi sapranno che "perdon" o "pordon" sono trascrizioni della parola greca che significa, appunto, emissione di aria dalle parti basse. Anche per gli scienziati, percio', questi funghi sono scoregge di lupo, ma pochi di loro lo sanno e percio' possono continuare a chiamarli "Lycoperdon" con sussiego e senza vergogna.Lycoperdon echinatum

Pensando a queste connessioni, derivazioni, contaminazioni sono stato colpito dalla mistura che, talvolta, riconcilia lo scienziato col contadino, la dotta erudizione con la battuta carnascialesca. Sempre uomini siamo, e a volte la rozza fisicita' fa giustizia delle differenze socioculturali e torna ad accomunarci. Devo anche dire che l'accostamento tra la soave rosa shakespeariana dell'inizio e le profane sulfuree emissioni del seguito non era inizialmente voluto, ma e' degna cornice a questa storia di insolite commistioni.

Ci sono altri esempi, se non simili, almeno paragonabili a questo, ma visto che in ottobre avro' poco tempo da dedicare alla stesura del pensierino di novembre, mi tengo la storia di cipree ed orchidee per la prossima puntata. E mi raccomando, chi sa che cosa voglio raccontare non lo dica a nessuno!

smile

FG

Commenti ricevuti:

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Il 31 Ottobre 2012 alle 14:35:05Gabri Ha commentato:
I funghi,questanno pochi ma mi sono fatta una cultura........
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Il 08 Ottobre 2012 alle 20:00:38 FG Ha commentato:
Chissirivede, Ciao Giulio. Di qui a geniale ci passa un secolo, ma naturalmente mi fa piacere il tuo apprezzamento. Se ti e' piaciuto questo, non perderti quello delle cipree.. :-)
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Il 08 Ottobre 2012 alle 14:39:26 Giulio LIBERATI Ha commentato:
Geniale. Bravo Guga !!!
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Il 04 Ottobre 2012 alle 17:51:26 FG Ha commentato:
Ciao Vincenza! Io invece ho raccolto domenica in montagna qualche chilo di Leucopaxillus giganteus (ci deve essere una foto nella pagina dei funghi a lamelle). Non ci vuole molto a farne qualche chilo, in verita', visto quanto sono grandi e che nascono in gruppi numerosi...
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Il 04 Ottobre 2012 alle 11:04:46 Vincenza Ha commentato:
Qui ancora neanche una bessa e nemmeno un gaitello ( gallinaccio )