Tutti i pensierini.

Pensierino del mese di febbraio 2013:

Dangerous Games - Giochi Proibiti

Nonostante la mia tendenza a (rimpiangere? rincorrere? rivisitare?) i bei tempi andati della giovinezza, forse non ho scritto nessun pensierino "nostalgico" (se si escude quello del polpo, ma quello ormai e' un racconto :-) ). E' il momento di rimediare.

Non sono certo il primo a notare come il diffondersi planetario di regole anestetiche (non nel senso di prive di bellezza, ma in quello di antidoti al dolore) riduca, certo, rischi e possibili problemi, ma al contempo limiti l'orizzonte delle possibilita', delle passioni e del piacere. Gli esempi sono infiniti, ma voglio restringere il campo in questo caso ai giochi dei bimbi e dei ragazzi.

L'intento sacrosanto di proteggere la salute e l'incolumita' dei piccoli risulta nel non poter piu' usare una serie infinita di giochi perche', ad esempio, contengono piccole parti che possono essere ingerite, o perche' fatti di materiali potenzialmente pericolosi. Le macchinine e gli elicotteri di latta si trovano ormai solo sui banchi dei robivecchi ambulanti, o, quando in buone condizioni, sugli scaffali degli antiquari.

Ma se la latta e' sicuramente rimpiazzabile (e rimpiazzata) con la plastica, altrettanto non si puo' fare con giochi che hanno allietato la mia infanzia e che semplicemente non esistono piu'. Un esempio per tutti: "Il Piccolo Chimico".

Non so quanti di voi hanno avuto l'emozione di rimestare le magiche pozioni descritte nel librettino allegato, provando la meraviglia di unire due liquidi pressoche' incolori e veder materializzare (in gergo tecnico: precipitare) un sale coloratissimo di verde o azzurro!

Non c'e' dubbio che le sostanze contenute, se ingerite, avrebbero potuto essere dannose, ma i ragazzi mica sono scemi... Effettivamente pero' la tentazione di fare cose proibite utilizzando gli strumenti in dotazione era forte... Non fu difficile costruire, con le varie pipette, tubicini, flaconi e col piccolo bruciatore ad alcool un rudimentale attrezzo per la distillazione, con cui (per pura curiosita' scientifica e spirito di esplorazione) ricavai qualche goccia di brandy utilizzando il barbera del bottiglione.

Ho ancora nelle narici l'odore pungente e sgradevole dell'acido solfidrico, una delle "ricette" piu' usate per far sentire agli amici e parenti quel puzzo di uova marce che faceva storcere la bocca e provocava ilarita' e stupore. Un gioco derivato dal piccolo chimico (nella cui scatola non mancava una dose di zolfo, scenografico per il suo colore giallo vivo, e utilizzato per diversi "esperimenti") era quello dei fiammiferi antivento. Con un po' di pazienza e dedizione si riusciva a far aderire uno strato di zolfo abbastanza consistente a dei normali fiammiferi familiari (anche questi ormai spariti dalla circolazione). Una volta accesi lo zolfo bruciava rendendoli difficili da spegnere. Abitando al quarto piano di un condominio popolare, con Mario giocavamo a lanciarli dalla finestra per vedere se quando arrivavano giu' in strada erano ancora accesi. La maggior parte delle volte lo erano ...

Un ultimo aneddoto sul "Piccolo Chimico". Uno degli esperimenti piu' belli e colorati prevedeva l'uso di cloruro di cobalto, una sostanza di un bel colore violetto contenuta in modica quantita' in una delle magiche provette nella scatola. Il cloruro di cobalto termino' ben presto, ponendomi il problema del rabbocco della provetta. Come da istruzioni (nel libretto si diceva che alcune sostanze erano reperibili in farmacia) andai nella piu' grossa farmacia di Sanremo, e non racconto la faccia del dottore quando un ragazzino di prima media gli chiese del cloruruo di cobalto (sostanza che Wikipedia definisce cancerogena, nociva, allergenica, pericolosa per l'ambiente!). L'unico modo per avere una nuova provetta di CoCl2 era comprare una nuova scatola del gioco, ma papa' e mamma non furono dell'avviso.

Un altro gioco che mi appassionava molto era il meccano. Ne ho rivisto edizioni recenti in plastica, molto edulcorate e insipide per quanto piu' appariscenti e colorate. La forza del meccano di metallo era la vicinanza al mondo reale delle macchine, delle chiavi inglesi, delle impalcature, dei bulloni e delle viti. L'abbondanza di pezzi base (sostituiti in seguito da pezzi molto specializzati) consentiva di spaziare con la fantasia del meccanico, e costruire forme e marchingegni a sghiribizzo, piuttosto che seguire le istruzioni per costruire una sola cosa, magari complessa e bella, ma fine a se stessa e conclusiva del gioco stesso.

Probabilmente figli dell'astuto marketing dell'usa e getta, cosi' come le lavatrici che una volta duravano ventanni e che oggi ne durano due, anche i giochi di costruzioni hanno subito questa metamorfosi perversa. Come il Meccano citato, anche il Lego (o la sua versione economica che entrava in casa nostra, chiamata "Plastic City") era ricco di pezzi base che consentivano il riutilizzo quasi infinito del gioco. Oggi prevalgono le versioni a senso unico, tipo costruisci la Ferrari Testarossa, e una volta costruita metti via il gioco e ne compri un altro.

E fin qui i giochi del negozio. Ma non c'erano solo quelli, e non erano ne' i piu' belli ne' i piu' pericolosi... La lista sarebbe lunga, ma tra tutti voglio ricordare quello piu' fantastico, mai piu' provato da quarantacinque anni a questa parte: il carburo.

Il carburo di calcio (CaC2) e' un materiale di sintesi usato (un tempo) per produrre localmente e sempicemente acetilene, un gas infiammabile. Piu' diffuso nei paesi di mare in cui si pratica la pesca notturna alla lampara, poiche' la luce viva e' prodotta da lampade ad acetilene, era pero' venduto anche dalle drogherie (o dai ferramenta) un po' dappertutto. La produzione del gas e' di semplicita' disarmante: Si getta dell'acqua sul carburo, questa provoca una reazione esotermica violenta, la superficie del pezzo di carburo (che si presenta come una pietra) comincia a sfrigolare come una compressa di alka seltzer, e le bollicine producono il gas. Mille sono i giochi (tutti pericolosi) che si possono fare con questo mirabile ingrediente. Una volta che ti sei procurato il materiale (oggi non saprei neanche dove andarlo a cercare) solo la fantasia e' limite alle sue applicazioni.

La cosa piu semplice, ma anche una delle piu' affascinanti, e' il fuoco che balla sul'acqua. Se si getta un pezzo abbastanza grosso (diciamo come un uovo) in una pozza d'acqua, o in una fontana, questo va a fondo e comincia a "bollire". Le bolle che vengono in superficie sono acetilene puro, quindi se gli si da' fuoco con un fulminante si produce una fiamma che miracolosamente galleggia sull'acqua. Provare per credere :-). Uno di noi ragazzotti (non mi ricordo chi) una volta volle fare una prova che si rivelo' poco saggia: si mise una briciola (proprio una briciola, per fortuna) di carburo sul palmo della mano, e poi ci sputo' sopra. La briciola si consumo' rapidamente nel solito sfrigolio nascosto dall'urlo di dolore dello sfigato, che conservo' il ricordo della bravata sotto forma di una grossa vescica.

Il gioco piu' bello che si faceva col carburo erano i botti, di due tipi differenti a seconda di come fossero congegnati.

Ingredienti per i botti col carburo:

Preparazione dell'ambiente:

Praticare, mediante l'uso del chiodo e del martello, un buchetto al centro del fondo del barattolo. Praticare una incisione al fondo del bastone. Incastrare un fiammifero familiare nell'incisione al fondo del bastone (questo si chiama un innesco azionabile da remoto)

Ricetta N. 1: Botto rumoroso (bomba, esplosione)

Su un terreno solido e piatto (cemento, lastra di marmo o simili) si mette un pezzetto di carburo. Si versano poche gocce di acqua sul materiale (consentito lo sputo). Si ricopre il pezzetto di carburo effervescente con il barattolo. Si incastra un fiammifero familiare nell'incisione al fondo del bastone. Si accende il fiammifero. Quando si ritiene (e qui solo l'esperienza puo' aiutare) che il gas prodotto all'interno del barattolo sia sufficiente (ne' troppo ne' poco) si porta il fiammifero acceso sul buchetto sopra il barattolo. A questo punto, se il gas e' nella quantita' giusta, esplode con un bel botto rumoroso. Il barattolo di solito resiste alla deflagrazione, ma a volte, se il botto e' riuscito particolarmente bene, viene deformato e bisogna procurarsene un altro. Se la quantita' di gas non e' quella giusta, si possono verificare due casi: o non succede niente (se il gas e' poco) oppure, se il gas e' troppo abbondante, il barattolo si trasforma in una candela, perche' il gas che esce dal buchetto superiore si accende in una fiammella. Questo e' il caso piu' pericoloso: si e' tentati di andare a recuperare il barattolo, che sembra inoffensivo, ma spesso l'esplosione avviene proprio quando si "scoperchia" il carburo, perche' il gas all'interno si incendia tutto insieme invece di avere lo sfogo della fiammella. Per questo motivo, e per il pericolo che l'esplosione comunque comporta (anche nel caso di botto riuscito) e' prudente usare il bastone per ogni operazione, tenendosi a debita distanza. C'e' chi ci ha rimesso le dita, e non mi risulta sia piacevole.

Ricetta N. 2: Missile

Si opera come nel caso precedente, ma in terreno molle. Quando si mette il barattolo sopra il carburo sfrigolante lo si conficca nel terreno, facendo forza (non c'e' rischio, il fuoco e' ancora lontano). Il barattolo deve entrare nel terreno per pochi cm. A questo punto, quando si accende sopra il pertugio, la potenza esplosiva si sfoga lanciando il barattolo come un missile. Il rumore e' minore, ma l'effetto e' grandioso. Riuscivamo a lanciare barattoli a varie decine di metri di distanza.

Chissa' se e' ancora legale procurarsi del Carburo di calcio (CaC2), in pratica una droga in disuso. Bisognerebbe proteggerlo, come in una riserva. Ormai i pescatori notturni al largo delle coste liguri o siciliane non ne hanno piu' bisogno per le loro lampare. Ormai anche i pescatori di frodo nei fiumi del nord hanno ben altri espedianti che non i botti generati dall'acetilene. Cosi' come gli speleologi, che un tempo adoperavano questo minerale miracoloso per alimentare le proprie lampade incastonate nel casco. Un materiale old fashioned, retro', demode'. Magari non viene neanche piu' prodotto, .... Chissa'?

Lo so che sono passibile di rimbrotti stile "ecco il vecchiaccio che pensa sempre che i suoi tempi fossero migliori"... Non lo penso, in realta', ma sono convinto che una societa' iperprotettiva abbia i suoi pro e i suoi contro, ed i legislatori dovrebbero fare molta attenzione quando legiferano su temi in bilico che, nella giusta intenzione di proteggere gli individui, ne limitano al contempo la liberta' in maniera importante. Potrebbe non essere lontano il giorno in cui si proibira' salire in montagna oltre una certa quota, o al di fuori di sentieri protetti, o senza recare con se' una qualche apparecchiatura ipersofisticata che limiti gli incidenti. Non so quante vite umane abbiano salvato le leggi che impediscono la vendita di un "Piccolo Chimico" al supermercato, certo e' che molto del mio amore per la scienza e la tecnica derivo' proprio da quei giochi che oggi sarebbero impossibili o comunque proibiti...

FG

(...e non ho parlato di fionde, carabine Flobert, fucili subacquei etc)

Commenti ricevuti:

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Il 07 Febbraio 2013 alle 23:51:50 Graziella Ha commentato:
Mamma mia quanti bei ricordi. All'esperimento dei fiammiferi c'ero anchio e quasi soffocavo dalle esalazioni, allora non lo sapevo ma sono allergica ad un sacco di cose. Il ricordo pių vivo, e per me pių entusiasmante, č quando abbiamo fatto la casa di bambole Cmq tutti gran bei giochi, semplici e concreti.