Pensierino del mese di febbraio 2015:
La buona satira
La tragedia di Charlie Hebdo mi ha colpito profondamente, ed i suoi postumi mi hanno fatto pensare e riflettere per i comportamenti che la gente ha esibito: spesso contraddittori, sempre interessanti. Quello che secondo me ne esce lampante e' che la satira, anche quella buona (o soprattutto quella) in realta' non piace affatto alle persone "normali", segnatamente a grandissima parte di quelle che hanno esibito grande solidarieta' teorica riunendosi sotto lo slogan "Je suis Charlie".
Maddeche'? dico io... il 99% di quelli li' il giorno prima neanche sapevano che esistesse, Charlie. Allora esprimi solidarieta' in un altro modo, che ci sta tutto, ma non identificarti con una figura che in realta' non conosci. Probabilmente se la conoscessi tutto penseresti meno che di identificartici, come i distinguo e le precisazioni dei giorni seguenti hanno reso poi evidente.
In realta' il sentire ampiamente dominante della gente sull'argomento "satira" e' ben riassunto da un vecchio proverbio "scherza coi fanti, ma lascia stare i santi", che e' come dire "non fare satira". Dire "Vabbe', ma non esageriamo" e' come dire "non fare satira". "Cattiveria va bene, ma fino a un certo punto", uguale "non fare satira". "Si, occhei, ma coi morti non si scherza" cioe' "non fare satira".
Satira e' il pensare CONTRO o perlomeno DIVERSAMENTE da tutti i modi "normali" di pensare. Questa e' la sua essenza. E' guardare la realta' con occhi critici, spesso vedendo di piu' e meglio dei miopi che ti circondano. L'urlo "Il re e' nudo" e' un bellissimo esempio di satira inconsapevole di un fanciullo che guarda la realta' con occhio diverso da chi gli sta intorno, e non teme, a differenza degli altri, le ritorsioni che potrebbero colpirlo.
La satira e' cattiva, crudele, senno' sarebbe semplice umorismo, commedia. Satira non e' uguale a barzelletta. La satira deve essere intelligente ma feroce, senno' non e' satira, e' ironia. La satira azzanna, l'ironia punzecchia, l'umorismo diverte. Tutti e tre costringono a pensare, quando sono ben fatti, ma solo la satira ha la caratteristica di essere apertamente cattiva, e se e' anche volgare ancora meglio.
La satira nasce (e non ieri, ma insieme alla commedia ed alla tragedia, qualche migliaio di anni fa) come dileggio dei potenti. Ed il suo attributo piu' comunemente usato e' "dissacrante". Ed allora chi piu' potente dell'onnipotente? Chi piu' sacro? Per questo le religioni sono uno dei soggetti principe della satira. Facciamocene una ragione: e' nella sua natura.
Dire "Satira vabbe', ma Allah lasciamolo stare senno' ci vengono ad ammazzare" vuol dire uccidere la satira, e quindi un pezzo importante della nostra liberta'. Dire "Satira con Allah va bene, ma con Gesucristo no" vuol dire ammazzare la satira, e ci si riconduce al caso precedente. Dire "Eh dai, non si puo' ridere sui morti dei campi di concentramento" vuol dire ammazzare la satira.
Ma basta bestemmiare (la Madonna o Allah) per fare satira? Naturalmente no. La satira e' un'arte molto difficile, e quella buona e' veramente rara, secondo me. Forse e' anche per questo che i giornali di satira, come Charlie Hebdo, sono pochissimi, e quei pochi vendono quasi niente. La Francia e' stata sempre all'avanguardia su questo terreno. Il mitico "Harakiri" (sottotitolo: Giornale cretino e cattivo) fu padre dei vari tentativi italiani alla "Il Male". In Italia il filone si e' esaurito, dopo il tentativo generoso di "Cuore", molti anni fa. Ma anche in Francia, col terreno favorevole, Charlie in fondo e' una piccola bandiera che sta issata ancora solo per orgoglio, ma e' probabilmente anch'essa destinata ad ammainarsi, soccombendo alle leggi del mercato.
Ma forse e' giusto cosi', e se muore Charlie non e' certo che muoia la satira. Quella sta dentro di noi, e' un'arte millenaria e sopravvivera' cosi' come sopravvivera' l'arte di scrivere storie anche se i libri di carta moriranno. Il concetto stesso di dover "sfornare" satira un chilo a settimana e' contrario all'idea di buona satira. Chi dice, Charlie Hebdo alla mano, che un sacco di quella roba li' sono stronzate dice probabilmente una cosa vera. Io ricordo i tempi del "Male": c'era tantissima spazzatura li' sopra (nel senso di cattiva satira, roba che non faceva ne' ridere ne' pensare, piu' simile a sguaiata goliardia che a mordace calembour), ma poi qualche lampo di genio illuminava la pagina e tu non rimpiangevi di averci speso quelle due lire.
Tornando sul tema principale, veniamo alle ragioni di chi vorrebbe mettere bavagli di qualsiasi tipo alla satira, sostenendo che non si puo' offendere impunemente il sentimento etc etc. Certo anch'io se vedo qualcuno che pubblica una battuta sostenendo che mia madre esercitava il piu' antico mestiere del mondo (ed uno dei piu' redditizi), non reagisco bene. Un recente episodio ci ha insegnato che in questo caso anche i papifranceschi, nel loro piccolo, si incazzano.
Ma le leggi le abbiamo fatte anche perche' chi viene gratuitamente offeso sia tutelato. Il reato di diffamazione esiste. Per questo con la satira verso le persone bisogna fare un po' di attenzione. Ma l'esistenza di questo reato non protegge il padreterno (ma tanto quelo mica ha bisogno delle leggi a proteggerlo...) in quanto non si tratta di persona fisica, e, nella sua infinita bonta', non si e' mai degnato di scendere giu' per sporgere denuncia o, dioneguardi, vendicarsi personalmente.
Guardacaso il reato di blasfemia non esiste piu', mentre quello di vilipendio della religione, in ossequio alla liberta' di pensiero, e' stato rivisitato abbastanza di recente, ma continua ad esistere ed a tutelare le persone che giustamente professano la loro fede. Andandolo a studiare pero' si capisce come la satira non possa mai incorrere in una delle fattispecie di reato previste.
Quindi ammettiamolo: e' (correttamente) piu' facile e meno pericoloso scherzare coi santi che coi fanti. Poi le conseguenza nell'aldila' naturalmente sono un'altra questione
Adesso, come premio a chi e' riuscito ad arrivare a questo punto dello sproloquio, un esempio di quello che io considero "buona satira" (grazie ancora una volta ad Ettore per la segnalazione). Si tratta di una tavola a mio avviso esilarante di uno dei migliori disegnatori satirici italiani, Stefano Disegni (nomen omen).
La tavola e' una "summa" di quello che secondo me si puo' ritenere essenziale nella buona satira: l'intelligenza e la cultura; l'osservazione della realta' quotidiana con occhio attento e critico ad immortalare, facendo loro il verso, atteggiamenti e comportamenti divenuti talmente comuni da apparirci "normali" per quanto divertenti o peculiari possano "oggettivamente" essere. Ma soprattutto lo stravolgimento inaspettato e spiazzante della normalita'. In questo caso l'icona piu' conosciuta della storia, cui tutta l'umanita' e' talmente assuefatta da darla per scontata, viene trasformata in un oggetto strano ed ignoto, che puo' essere "ragionevolmente" guardato con sospetto o addirittura con ripulsa ed orrore per il suo contenuto che oggi forse definiremmo "pulp" o "splatter". La battuta finale e' la ciliegina sulla torta di una storiella che ho letto piu' volte per godermela nei tanti particolari, ognuno intelligente e divertente.
Termino con un po' di pubblicita'. Dicevo piu' sopra che la rivista cartacea a cadenza e con autori fissi, vista la posizione di nicchia e la qualita' oggettivamente limitata che riesce ad esprimere non avra' probabilmente vita lunga. Ma la satira sopravvive, anzi ha trovato nuovi modi di esprimersi molto piu' efficaci di quello tradizionale.
Un esempio e' il sito di Spinoza, una comunita' di umoristi satirici che gode di vantaggi importanti rispetto all'approccio tradizionale: quello di uscire ad intervalli irregolari (quando c'e' materiale sufficiente), avere un costo estremamente limitato per chi la produce e nullo per chi la fruisce, ed avere un parco autori molto piu' grande di quello di una rivista tradizionale, autori "stipendiati" dalla soddisfazione di veder pubblicata la loro battuta sul sito, e ritrovarla sulle labbra della gente il giorno dopo. La qualita' espressa e' a mio avviso molto alta, le battute, grazie all'intelligente lavoro di selezione operato da una piccola redazione, sono nel 90% dei casi azzeccatissime e divertenti, ed il restante 10% probabilmente lo e' altrettanto, ma magari e' troppo difficile da "decifrare" cogliendo i collegamenti a volte veramente arditi e spesso molto colti. Le piu' belle battute sono proprio quelle che ti fanno ridere dopo i due-tre minuti che ti sono serviti a capirle.
Anche questo sito, purtroppo, e' frequentato e funestato da gente che scrive commenti del tipo "Eh, ma stavolta avete proprio esagerato, non si puo' scherzare su ..."(aggiugere qui argomento a piacere). Non hanno capito e non capiranno mai che potrebbero semplicemente non leggere le battute di Spinoza, ed accontentarsi di leggere La Repubblica, o di guardare le vignette di Forattini che da trent'anni non fanno piu' ridere nessuno.
La satira e' una cosa seria, e' uno dei sali del mondo. Se difendiamo la satira difenderemo purtroppo quella cattiva ma per fortuna anche quella buona, intelligente, quell'esercizio della mente che aiuta a tenerci vivi, svegli, esseri pensanti, distinti dagli asini raglianti che plaudono alla sfilata del re perche' indossa il vestito piu' bello del mondo.
FG
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Il 04 Febbraio 2015 alle 7:55:43 FG Ha commentato:
Come si suol dire "Grazie amici per le belle parole", che spero non siano di circostanza. Beh, se vi e' piaciuto... leggete e fate leggere, ce ne sono di molto migliori (di pensierini e di raccontini) Cia'
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Il 03 Febbraio 2015 alle 23:40:20 patty garbencity Ha commentato:
Ciao franco e stato un piacere leggerti hai allargargato i miei orizzonti apprezzo la tua apertura a difesa della satira..ritornero a visionare le tue riflessioni.
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Il 03 Febbraio 2015 alle 8:38:32 maria teresa Ha commentato:
Costretta da Valerio e dalla febbre ho finalmente letto il tuo pensierino. Che dire? Ho fatto male a non leggere i precedenti. Mi adeguo subito
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Il 02 Febbraio 2015 alle 19:32:34 Valerio Ha commentato:
Hai superbamente materializzato, con qualche riga in pił del tuo standard, un concetto che sentivo ronzare in testa dal fattaccio, ma non ero capace di esprimere. Grazie.