Pensierino del mese di agosto 2015:
Disimparare il russo
OK, il pensierino sui cani (e gatti!) su Facebook e quello sulle strani abitudini sessuali e riproduttive nel mondo dei viventi possono attendere periodi di minor ispirazione... Questo mese vi tedierò invece con riflessioni estemporanee su un fenomeno negletto dai più, ma estremamente importante per chi ne sia protagonista (portatore attivo o sopportatore passivo per necessita' di vita): il russamento.
Premetto che pochi fortunati riescono a dormire con relativa impermeabilità ai rumori, ma anche alla luminosità ambientale, quanto a questo. Io decisamente non sono tra di loro. Sono fuggito dalla città per avere quiete notturna. Ho cercato una casa che mi desse questo immenso regalo: nessun rumore di notte, e l'abbiamo trovata. L'amore per il silenzio ed il buio durante il sonno è una cosa che non si puo' spiegare, ce l'hai e basta. Ora, immaginatevi di essere una persona così, e contemporaneamente un Grande Russatore. Da tutta la vita. Per restare in tema di sonno e di sogni, un vero incubo.
Mi resi conto dell'importanza di questo problema fin da piccolo. Rivivo perfettamente la situazione, anche perchè era un'occasione importante e unica: il giorno prima degli esami di quinta elementare. Non ricordo per quale ragione, forse mio fratello non stava bene e la mamma era preoccupata e voleva stargli vicina, fattosiè che ero a dormire col mio papà. Tentavo disperatamente di addormentarmi, conscio dell'importanza del giorno dopo. Ma appena lui chiudeva gli occhi e si assopiva, iniziava un tormento: con quel rumore non potevo assolutamente dormire. Allora cercavo di svegliarlo, muovendomi, facendo un po' di rumore. Lui si scuoteva un attimo, si svegliava, ma il supplizio iniziava nuovamente dopo pochi secondi, immutato. Una notte insonne, per me. Ma, a posteriori, sono sicuro: anche per lui. Pensate quale sia il mio rammarico sapendo che io sono stato in prima persona il colpevole di notti insonni di altre persone che, per un motivo o per l'altro, si sono trovate a (non) dormire vicino a me.
Sapevo di russare per qualche esperienza fugace di sonno in compagnia, ma la gravità del fenomeno mi fu chiara solo quando, a 17 anni, mi trovai a condividere un'esperienza che sognavo da tempo: una vacanza estiva con un gruppo di amici e amiche (ci chiamavamo proprio cosi': "il Gruppo") in una casa parrocchiale montana in quel di Realdo, comune di Triora, nelle Alpi Liguri. Dormivamo in due camerate, una per i maschi ed una per le femmine. Le camerate erano piuttosto grandi, e riuscivano ad ospitare ognuna un numero di letti a castello dell'ordine della decina, per un totale perciò di una quarantina di persone.
Un'altra premessa, anche se mi rendo conto della sua tardività in quanto premessa. C'è chi fatica a prender sonno, c'è chi chiude gli occhi e dorme. Io sono della seconda razza. E questo, per un Grande Russatore, è un'aggravante. Come la volontarietà o l'accanimento in un omicidio. Ti dicono che se riesci a far addormentare chi ti è vicino, magari una volta addormentato lui non si sveglia più. Tu ci provi. La palpebra superiore, plumbea non per colore ma per peso specifico, è in agguato sopra la cornea. Provi a pensare alle blatte, ai capodogli o ai toporagni anzichè alle pecore, ma lei cala inesorabile e mentre si congiunge alla sua sorellina inferiore tu emetti il primo ronfo sonoro.
A Realdo dormivo nel letto superiore di uno di questi castelli. La prima notte, dopo due secondi scarsi passati a pensare ai facoceri, la palpebra calò e qualcuno cominciò ad emettere un suono tipo "ntz-ntz" aspirando aria a impulsi tra la lingua ed il palato. Questo rumore ha accompagnato molte notti della mia vita. E' un rumore che si pensa possa svegliare un russatore senza dargli eccessivo fastidio. Ma se tu svegli qualcuno che dorme gli dai comunque fastidio, non importa il modo in cui lo svegli. Dopo tre-quattro cicli di assopimento-russamento-ntz-ntz-sveglia mi addormentai più profondamente. Lo ntz-ntz evidentemente non bastò piu' a strapparmi dalle proverbiali braccia del mitico Morfeo, ed improvvisamente un urlo risuonò nella camerata: "Bastaaaa! Mettetelo a tacere!". Contemporaneamente, con un sibilo ed un tonfo sordo, una scarpa si infilò tra la mia testa e la testata del mio letto a castello, lanciata dall'esasperato compagno di vacanza. Non ricordo come andò a finire, ma credo che, come nella maggior parte dei casi, lo sfinimento ci colse a notte fonda regalandoci un po' di ristoro per gli spiccioli di buio rimanenti.
Più brutto è quando la lotta va avanti immutata fino a mattina: un vero incubo. E ricordo una di queste notti, studente a Pisa, quando ospitai in camera mia a dormire un amico che era venuto a trovarmi. Ci alzammo la mattina distrutti, come due tennisti dopo essere stati impegnati in un eterno tie-break che non aveva visto nessun vincitore per tutta la notte. Non auguro a nessuno una esperienza del genere.
Un handicap veramente pesante: ti mette in situazione di imbarazzo, ti inonda di sensi di colpa e di vergogna. La mia prima ragazza era costretta a mettersi i tappi nelle orecchie quando dormivamo insieme (anche se a quell'età mi pare vagamente di ricordare che il dormire avesse anche altre alternative). Sono stato umiliato dai miei figli, che non vogliono più venire in vacanza con me se non a patto di avere una camera separata (con evidenti diseconomie rispetto ad una camera comune), per potersi addormentare.
Il mio russamento è talmente forte ed il mio sonno talmente sensibile che io non ho mai potuto godere di un sonnellino pomeridiano. Il sonno diurno è infatti molto più leggero di quello notturno. Immaginate una situazione (almeno per me) tipica: Un viaggio aereo di lavoro nel pomeriggio. La vista delle nubi che passano, il ronzio dei motori, la climatizzazione ottimale della cabina ed il dover passare il tempo nullafacendo sono la culla migliore del mondo. E infatti la testa inizia a ciondolare, il mento casca sul petto un paio di volte, l'occhio diventa una fessura sottile e... RONF! il tuo russare ti sveglia! Intorno, risatine ironiche, gente che si da' di gomito, altri curiosi sussurrano al vicino "ma chi e'?", e uno accenna alzando il mento e spalancando gli occhi nella tua direzione. Allora ti decidi, prendi la matita; con la settimana enigmistica in mano vai di parole crociate, per tenerti sveglio. Ma niente rebus: se pensi senza scrivere la vista si annebbia, la capoccia riciondola e siamo daccapo. Altre situazioni tipiche sono il seguire una conferenza o una lezione pomeridiana (peggio se dopo un bicchiere di vino a pranzo), essere passeggero di una macchina con guidatore prudente e via dicendo.
Mi rendo perfettamente conto che una delle mie maggiori fortune nella vita è stata quella di aver sposato una dormitrice così insensibile alle perturbazioni notturne da non aver mai considerato questo un vero problema, pur rendendosi conto della gravità della cosa e temendo per me quando cadevo in apnee di una certa importanza. Già. Perchè se quanto detto finora è fonte soprattutto di problemi psicologici, purtroppo i Grandi Russatori come me vanno incontro anche a problemi fisiologici da non sottovalutare: Le apnee notturne, se frequenti e prolungate, abbassano in maniera importante l'ossigenazione del sangue e perciò del cervello, il che può comportargli danni anche gravi (che probabilmente nel mio caso disperato sono ormai irreversibili ). Ma se Maddalena ha sviluppato una impermeabilità a questa mia tortura, lo stesso, come ho accennato più sopra, non si può dire dei miei figli, che spesso si lamentano anche se hanno sempre dormito in stanze separate dalla mia almeno da un muro.
Se la vita coniugale, come ho detto, non è stata fortunatamente inficiata in maniera importante da questa sventura, non posso dire altrettanto di quella sociale. A me piace moltissimo andare in montagna, ed uno dei modi di raggiungere mete interessanti è quello di dormire in rifugio, per avvicinarsi alle vette in maniera graduale. Le notti in rifugio (anche lì, come da giovani a Realdo, si dorme di solito in camerate di più persone) sono state sempre un'atroce tortura. La percentuale di tempo in cui il Grande Russatore riesce a dormire è una frazione minima del tempo necessario al suo riposo, e la stessa cosa vale per gli sventurati compagni di camerata. Al mattino presto, prima di iniziare la fatica dell'ascesa alla vetta, è difficile nascondersi dietro una tazza di caffelatte fumante mentre osservi la gente intorno che si dà di gomito e sussurra "ma è quello lì?". La situazione è simile a quella già descritta del russamento diurno sull'aereo, ma lì la gente è solo divertita, qui si aggiunge un odio profondo dovuto all'assenza di ristoro notturno. A volte ho temuto per la mia incolumità fisica. Fortunatamente la gente che ama la montagna è sufficientemente civile da non lasciarsi (troppo) andare, ma quando qualcuno dice ad alta voce "gente così dovrebbe starsene a casa sua" ti senti una merda di vacca di quelle di alpeggio, per rimanere in tema montano.
Ho già accennato anche ai rischi di salute che un Grande Russatore corre, per sua ulteriore sventura. Due anni fa subii un percorso di visite ORL (OtoRinoLaringoiatriche) con tanto di TAC craniale per l'esame dei seni frontali (cavità ossee e non tette), che puntualmente si rivelarono completamente intasati dal catarro. Il medico mi suggerì anche una sessione di monitoraggio del sonno, operazione fastidiosa di cui vi risparmio i dettagli, ma che evidenziò una situazione definita nel referto "grave" . La dottoressa decise di operarmi al setto nasale, eliminando un difetto congenito e nel contempo liberando per aspirazione tutti i buchi del cranio dal muco che li intasava. Si mostrò però molto scettica sul fatto che questo potesse risolvere il problema del russamento e delle apnee notturne, che probabilmente avrebbe richiesto un successivo controllo ed una terapia specifica (che pare adesso vada molto di moda) di insufflazione di aria a mezzo di una pompa meccanica e mascherina da indossare di notte. La cosa non mi allettava affatto.
Non mi aspettavo che l'operazione al naso (che tecnicamente non è complessa) potesse essere così fastidiosa nelle conseguenze: la completa scomparsa dei sintomi post-operatori ha richiesto più di sei mesi. Naturalmente io un po' ci speravo che la cosa potesse se non risolvere almeno attenuare il disagio notturno. Per qualche tempo Maddalena mi disse che secondo lei le cose erano un pochino migliorate, ma riscontri più oggettivi mi convinsero della persistenza del problema. Non avevo però nessuna intenzione di impelagarmi in storie di macchinette soffiatrici di alito nelle mie nari, perciò ho continuato tirando avanti e fingendo di star bene.
Un inciso: per altri motivi, principalmente di tipo salutistico ma in fondo (perchenò) anche estetico, dopo le vacanze di Natale+Capodanno del 2014-2015, teatro di bagordi culinari particolarmente rilassati, ho deciso in maniera convinta di mettermi a dieta per tornare ad un peso accettabile. Il primo giorno della dieta e' stato il 12 gennaio scorso. Da allora un ingrediente fondamentale della dieta stessa, che ho consumato giornalmente, e' stata la fedele bilancia che, testimoniando successi e fermate, mi ha convinto che, come diceva Gene Wilder "si... puo'... FARE!". Oggi sono alleggerito di diciassette chili di ciccia rispetto ad allora, e ho intenzione di fermarmi solo a -20.
Che c'entra col russamento? Boh? Forse niente, ma da un po' di tempo Maddalena insisteva dicendo che adesso VERAMENTE non russavo più. Come avrete capito, vuoi l'amore profondo, vuoi il sonno profondo, vuoi l'insieme delle due cose, mi facevano prendere l'affermazione con un paio di pinze di dimensioni notevoli. Però qualcosa era cambiato: mi svegliavo molto più raramente di notte, ed avevo la sensazione di un sonno più riposante. Le evidenze di un miglioramento si facevano di mese in mese maggiori.
Il calo ponderale ha naturalmente favorito anche la ripresa dell'attività fisica, e segnatamente delle passeggiate montane. Nel week-end del 18 luglio, profittando dell'assenza di moglie e figli, che trascorrevano due giorni spaparanzati al sole sulla spiaggia sanremese dei Tre Ponti, ho deciso di tentare la sorte e avere un riscontro più probante sul supposto miglioramento in corso. Dopo oltre sette anni di triste esilio volontario dai pernottamenti montani, sono salito al rifugio Cibrario al Peraciaval, intenzionato a scalare la Croce Rossa il giorno dopo. Ho dormito in una stanzetta angusta insieme ad altre quattro persone.
La quota, la fatica, la sistemazione non ideale per comodità non consentono un sonno tranquillo in queste situazioni. Perciò la notte mi sono spesso svegliato per rigirarmi e cercare di riassopirmi per avere un po' di riposo. Ma, strano a dirsi, mi svegliavo, NON mi svegliavano... Naturalmente avevo grande attenzione a questo aspetto, ma mi è parso proprio di non sentire alcun "ntz-ntz", nè fasulli colpetti di tosse o schiarimenti di gola, e tantomeno imprecazioni sibilate tra i denti. La mattina, prova definitiva: mi sono nascosto come al solito dietro la tazza di caffelatte fumante, poi ho alzato un sopracciglio sopra il bordo: mi sono scoperto circondato da gente cordiale. Nessuna faccia incazzata, nessun sorrisetto ironico, niente "ma chi era?". Niente. Un miracolo!
La prova del nove: il ritorno di mia figlia Roberta "orecchio sensibile" dagli USA dove risiede. Dopo qualche notte nella sua stanzetta confinante con la nostra stanza da letto, ha definitivamente sancito il risultato sentenziando: "Papà non russa più, per lo meno non come prima, adesso mi sembra una cosa accettabile" (e se lo dice lei...).
Durerà? o torneranno gli incubi, le apnee, gli "ntz-ntz"? Boh? Per il momento mi godo questa sensazione di essere, a sessantun'anni, una persona diversa da quella che ero l'anno scorso. Migliore, almeno da questo punto di vista. I miracoli a volte accadono. Anche a questa età...
FG
Post Scriptum:
Come disse Federica affranta dopo la salita al Petit Tournalin: "Ma perchè"?
In realtà non so dire perchè racconto queste cazzate di cui non importa niente a nessuno. Volendo trovare delle ragioni, però, non ho difficoltà ad identificarne almeno tre:
- La più importante: il narcisismo che tende a mettermi (a metterci?) al centro del mondo e che nel mio caso, come tutti quelli che leggono sanno, e' decisamente ipertrofico.
- Il piacere che provo nello scrivere. E' un passatempo come un altro, scemo e futile come la Settimana Enigmistica, meno impegnato che leggere Philip Roth o Lawrence Ferlinghetti. O Husserl, quanto a questo. Mi fa passare il tempo insieme a me, alla mia tastiera e al mio PC. E non è una compagnia spiacevole.
- Credo che raccontare storie minori, come questa mia, normalmente ignorate dai più e che invece costituiscono una esperienza così importante per la vita di altri possa contribuire, nella sua trascurabilità, a far crescere la consapevolezza, la tolleranza e l'indulgenza verso le sfortune altrui. E di questo anch'io ho molto bisogno...
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Il 26 Agosto 2015 alle 22:24:09 FG Ha commentato:
Grazie Marisa. Scrivo per due motivi: perche' mi piace ed anche per il piacere di essere letto con piacere. E' per questo che ti ringrazio per i complimenti, che sono un po' la benzina che mi da' l'energia per continuare a condividere i miei pensieri. Un saluto!
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Il 24 Agosto 2015 alle 17:00:09 Anonimo Ha commentato:
Gent.mo EFFEGUA, simpatico articolo e incredibile coincidenza; mi sono ritrovata in Maddalena!per tanto tempo ho dovuto sopportare il ronfo forte e prolungato( con relative apnee), di mio marito, fino a che non si sono sposati i figli! Già, perché ora -veramente da oltre 20 anni- dormiamo in camere separate in una casa della periferia di Pescara, lontana dai rumori... Questa è la soluzione ideale, quando ci si può permettere 2 stanze x 1 coppia! Ma soprattutto è indispensabile quando uno dei partner -IO in questo caso - soffre di INSONNIA... e l’altro invece riesce a dormire quasi quasi in piedi...E non basta: ora anch’io un po’ in sovrappeso(h 1’60, peso kg 67, età 76) ronficchio (come i gatti o giù di lì) e mi sveglio da sola, col sonno leggerissimo e molto incostante, per tuta la notte; ma almeno senza infastidire nessuno! Mi premeva condividere con lei l’esperienza comunicata e ho rimandato la mia presentazione: come sopra ho detto, sono un’anziana signora -maestra in pensione, come pure mio marito-e navigando qua e là ho incontrato il suo BLOG e ME NE SONO QUASI INNAMORATA.Bello, esatto e veloce lo stile di scrittura, interessanti e vari e validi e aperti i concetti.. Mi piace tutto ciò che scrive, i lavori di Maddalena, le esperienzwe dei vostri viaggi ecc ecc... Se non avessi incontrato il Pensierino di agosto 2015, che mi ha direttamente coinvolta e, con me chissà quanti altri, forse sarei rimasta in silenzio a seguire i suoi articoli e a goderne lo spirito e la forma. (APPROFITTANDONE!?) Del resto anche lei è gratificato se i suoi scritti raggiungono un sempre maggior numero di persone. Non è così? COSì E’!- ne sono certa- e COSì SIA per il futuro! Perciò complimenti e buona prosecuzione. Non sono una grande esperta del PC, lo uso come una Treccani; spesso devo ricorrere all’aiuto dei nipoti per districarmi tra browser link account (Non ci capisco niente, ignorando totalmente l’inglese) , perciò spero di riuscire a mandarle queste mie riflessioni, ripeto soprattutto per congratularmi con lei e chiedo altresì scusa se con le mie futilità le ho rubato del tempo...Ossequi Marisa Gallo