Tutti i pensierini.

Pensierino del mese di maggio 2016:

Canplotto!

Ho qualche volta bofonchiato e blaterato sul fastidio che mi prende quando vedo tutti quei cani e gatti (anzi, cagnolini e gattini: sono sempre così terribilmente carini...) sui social network. La sensazione di disagio al cospetto di questi messaggi un po' tutti ugualmente e ridicolmente mielosi, essudanti buoni sentimenti verso i nostri "amici" (ma quali amici?) mi ha costretto a silenziare diversi "amici" Facebook, e precisamente tutti quelli che inviavano più di una foto di cagnolino o di gattino al giorno. Nonostante questo trucchetto, ancora una buona percentuale dei messaggi che mi vengono presentati hanno un contenuto "animalista" (ma meglio sarebbe dire canista o gattista). Non avevo però mai fatto una seria riflessione su questo argomento, forse proprio perchè lo ritengo un po' fastidioso, forse per non entrare in conflitto col fatto che io non ho nulla contro i cani, anzi, quelli che conosco e che non mi mordono le chiappe mi sono pure molto simpatici smile.

Però qualcosa nel retrocranio mi rimaneva, e qualche giorno fa, come a volte accade, un episodio inessenziale mi ha fatto accendere una lampadina. Entrando in uno di quei negozi per il fai-da-te stile Le Roi Merlin per comprare un paio di tasselli da otto mi sono imbattuto nel cartello che vedete in foto. E' evidente che, viciGuerciono al reparto elettricità e non lontano da quello ferramenta e falegnameria, troverò d'ora in poi, per la mia felicità, un reparto animaleria. Chissà cosa contiene il reparto. Non essendo granchè interessato non ho indagato a fondo, anche perchè purtroppo escludo che venda prodotti felinicidi per evitare le raspate clandestine da gattocagata nell'orto. Però questa cosa mi ha ricordato un altro fatto.

Come avete capito, ho un piccolo orto sotto casa che curo e coltivo ormai da 25 anni. Conosco perciò i negozi di sementi e piantine che mi consentono ogni anno di coltivare wink questa mia passioncella. Quelli che mio papà bonanima chiamava"le agrarie". Uno di questi negozi, dal nome appropriato di "Agriciriè", non essendo lontano da casa é quello da cui mi fornisco forse più di frequente.

Il negozio ha sempre avuto un piccolo reparto in cui vendeva cagnolini (mi hanno sempre fatto un po' pena, queste nidiate di cuccioli chiusi in una gabbietta e pronti per essere venduti un tanto al chilo). Nel corso degli anni, e con una vistosa accelerazione nei tempi di Facebook (sarà un caso, naturalmente) il negozio ha cambiato stile, ed é ormai diventato quasi a senso unico. Le quattro piantine di gerani ricadenti e di pomodori cuoredibue giacciono neglette su un paio di scaffali pian piano spostati addirittura fuori dal negozio. La quantità e varietà di sementi si é drasticamente ridotta, per far spazio ad ogni genere di comfort per i nostri "piccoli amici".

Dall'osso finto in puro caucciù naturale (che ormai non viene neanche più usato per i ciucci dei bimbi, perchè troppo costoso) al cappottino per il barboncino stupidamente tosato, affinchè venga protetto dal freddo da cui il pelo non lo protegge più, a collari di tutti i tipi, alcuni medicamentosi e miracolosi contro pulci e zecche, altri borchiati stile heavy metal, altri ancora forse solo ornamentali. Prima o poi li vedremo anche fatti di perle coltivate, immagino.

E naturalmente non mi dilungo sul reparto alimentare, degno di una Ipercoop per il loppide o di un Auchan per il felino. Ogni tipo di marca e di cibo, dal saccone risparmio da dieci chili di pasta per il cane proletario e mangione, alla monoporzione al salmone o alla cernia per viziati gatti gourmet. Trovare un bastone da orto per tener su i pomodori, o un innaffiatoio di plastica é diventata impresa ardua: devi scendere nello scantinato. Gli altri avventori, nel frattempo avventatisi sulle leccAgricirièornie canine, ti guardano con commiserazione quando fai la coda alla cassa con due piantine di prezzemolo e due di zucchine di Albenga.

Insomma, avete capito qual'é oggi il business dell'Agriciriè, che ormai di agricolo ha veramente poco.

Allora, per verificare in maniera più approfondita questa intuizione derivata dalla mera osservazione della realtà, ho chiesto aiuto a Google e alla rete, trovando naturalmente molte conferme a ciò che immaginavo. Negli anni del risparmio a tutti i costi, della riduzione della spesa anche alimentare delle famiglie italiane, del crollo della vendita di auto, case, bici e scarpe, DUE settori sono in netta controtendenza: quello degli smartphone e quello degli articoli per animali domestici. Visto che la fonte sono articoli piuttosto recenti del "Sole 24 ore" e della "Repubblica economia e finanza", testate notoriamente lontane dallo scandalismo e solitamente piuttosto informate sulle questioni economiche, ho deciso di prendere i dati per buoni. Non vi tedio ribadendo qui il contenuto degli articoli, chi volesse togliersi lo sfizio di avere un po' di dati puo' naturalmente far riferimento agli stessi.

Un altro segnale evidente della redditività e della floridità del settore sta nell'aumento (di cui forse qualcuno di voi si é accorto) dell'investimento pubblicitario da parte delle aziende che ad esso fanno riferimento. Nel caso delle specialità alimentari, esse sono sempre state moderatamente presenti negli annunci TV. Vi ricordate "(s)cio' qquattro 'ampioni del mondo. Ai mi 'ani gli dò ssempre da mangià bbono e (s)genuino: Eukanuba" (o qualcosa del genere)? Ma oggi siamo tempestati, oltre che dai soliti Ciappi e Whiskas (o come si scrive), anche dai collari antipulci e dalle pillole antivermi intestinali (bleah! vomito)

La piccola parte complottista della mia anima, a seguito delle precedenti considerazioni, ha cominciato ad elaborare i dati ed insinuarmi forti sospetti: e se fosse tutto ordito dalle multinazionali del canegatto (che poi in fondo se vai a vedere sono Nestle', Unilever, P&G, insomma, i soliti noti) che per spingere ulteriormente i consumi nell'unico settore commerciale in crescita assoldano centinaia di indianini postatori di canini/gattini, per fare pubblicità occulta per il possesso (ed il mantenimento) di un animale domestico? Forse la quasi assenza di pubblicità su FB relativa a questi prodotti é dovuta ad una diversa strategia di aggressione del mercato: per non sovraccaricare il canale, che già esonda di foto e filmatini insulsi, l'arma pubblicitaria é puntata verso quei media (TV, radio) dove la presenza dei nostri piccoli amici non é così invadente da provocare la nausea dei non pet-addict, come capita su FB.

Di più: mi sono convinto che ci sia uno scellerato patto segreto tra i produttori di smartphone (l' altro settore economicamente florido, come già accennato) e quelli dei pet-goods: un micidiale cocktail di violenza psicologica che ottunde le menti delle giovani generazioni aumentando l'uso di FB, intontendole con immagini mielose di micetti che inducono le povere e deboli creature a fare il diavolo a quattro coi genitori per il possesso di uno o più animali domestici. Un vero e proprio cartello, insomma, un complotto coi controcazzi, che non ha niente da invidiare alle scie chimiche, alla sacra alleanza dell'industria farmaceutica a favore delle perigliose ed inutili vaccinazioni e al silenzio sul terzo segreto di Fatima. Una strategia criminale che va smascherata e debellata.

Ho perciò deciso: quando il M5S scoprirà le carte ed attaccherà frontalmente questa odiosa cospirazione dell'imperialismo plutocratico delle multinazionali tornerò a votarlo, dopo qualche anno di delusione e latitanza risata.

FG

Post Scriptum:

Ho tralasciato la trattazione di un argomento correlato, che mi incuriosisce. Ritenendo FB specchio della vita reale, visto che la schiera dei canari/gattari é così ampia, e visto che lo é anche quella dei vegetariani/vegani, immagino che l'intersezione dei due insiemi sia di dimensioni non trascurabili. Amerei approfondire "come qualmente" la suddetta intersezione gestisca i problemi ideologici non indifferenti che il dover nutrire una creatura amata e sicuramente carnivora immagino debba porre loro. Escludendo i pasdaran dell'ideologia verduristica, che pur di non abdicare ai saldi principi salutistici maltrattano i propri animali ammannendo loro preparati a base di tofu, mi chiedo con quale animo gli altri accettino l'uccisione di animali (polli, maiali et similia) da parte dell'industria della preparazione del pet-food di cui sopra, per il bene dei loro amichetti...

Boh, é un argomento che vedrò di approfondire in futuro, per il sollazzo dei 3 lettori del pensierino, ammesso che il loro numero non scemi ulteriormente... :-)

 

Commenti ricevuti:

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Il 03 Maggio 2016 alle 19:22:09 Valerio Viani Ha commentato:
Idiocracy è in agguato.
C'è un mio collega di Genova vegano stretto (non usa neppure scarpe, portafogli, cinture di pelle) che vive con sua moglie e 4 cani. Gli compra i gourmet. Quando vede un mendicante col cane, gli compra una busta di kit e kat!