Pensierino del mese di agosto 2016
Specchioni per le allodole
Il pensierino di agosto era ormai praticamente già cucinato. Parlava del rito della piegatura delle lenzuola. Ma non era sufficientemente polemico (anche se un po' lo era), e perciò me lo tengo in saccoccia fino al prossimo calo di creatività. Poi, come succede, tra il fatto che non mi convinceva tanto, tra che me ne è venuto uno più polemico e controverso, ho cambiato idea, e questo è il risultato.
Avendo la mamma (ed una casa) a Sanremo, dove sono vissuto fino alla felice età di diciotto anni, il percorso Torino - Sanremo in auto non mi è, per così dire, inusuale. L'ho fatto ormai tante volte in macchina (e con varianti di percorso) che potrei farlo ad occhi chiusi, almeno nelle due versioni più consuete, da Ceva-Savona (tutta autostrada) o da Ceva - Col di Nava (variante vecchia, di quando il tratto autostradale Ceva-Savona era ancora a senso unico alternato, ma che ancora usiamo quando ci siano condizioni particolari di viabilità). Da molto tempo sia all'andata che al ritorno usiamo percorrere solo l'autostrada, si allunga un po', si paga un po' di più, ma sicuramente (in condizioni normali) è più veloce. E si sa, il tempo é denaro...
Per molti anni (dagli anni novanta dello scorso secolo fino ad una decina di anni fa), soprattutto al ritorno verso Torino, nel pomeriggio, notavo nel tratto Savona-Ceva, in cui l'autostrada supera la parte iniziale dell'Appennino, strutture imponenti di acciaio e specchi, simili a pannelli solari. In alcuni casi sorretti da pali metallici di dimennsioni notevoli (tipo quelli che sorreggono le pale eoliche), in pochi altri casi direttemente o quasi poggiati sul terreno. Strutture rettangolari, piatte, di (a occhio) 10X5 metri (forse un po' meno) di superficie metallica perfettamente riflettente.
Gli specchi erano messi di fronte all'imbocco di alcune delle numerose gallerie che proprio nel tratto appenninico caratterizzano questo tratto di autostrada. Quale il loro compito? Ma naturalmente di illuminare le gallerie, grazie alla riflessione della luce solare che veniva pilotata dagli specchi dentro i tunnel autostradali. Naturalmente sembra una buona idea. In tempi ammiccanti all'ambientalismo ideologico, ebete ed irrazionale, addirittura un toccasana. Che cosa di meglio che usare la luce del sole per illuminare gli oscuri pertugi che l'uomo, nella sua perfidia, scava nella montagna per velocizzare la corsa verso lo spaparanzamento sulle spiagge liguri? Niente di meglio.
Chissa' quali e quanti architetti, soloni, politici, trafficanti, intermediari hanno favorito quest'opera faraonica, che ha sicuramente fruttato un bel po' di soldini ad imprenditori scaltri che hanno saputo profittare della moda ambientalista. OK. Andiamo allora a vedere il risultato pratico dell'operazione. Innanzitutto dal punto di vista dell'utilizzatore finale (e non alludo ad eventi ben più scabrosi del passato politico berlusconico recente, ma ai guidatori che percorrono la Ceva-Savona).
Al ritorno da Sanremo verso Torino, nelle poche giornate solatie in cui il meteo consentiva l'utilizzo delle strutture illuminanti, l'effetto era il seguente: entravi in galleria ed avevi il sole, nelle dimensioni di uno specchio 10X5 m (o forse un po' meno) nello specchietto retrovisore. Una sensazione fastidiosissima, che potevi evitare solo chiudendo gli occhi (manovra sconsigliata) o spostando lo specchietto, cosa meno sconsigliata della precedente, ma comunque non consigliata. Qundi, piu' che un ausilio alla guida, un grosso problema di abbagliamento, paragonabile a quando un coglione ti viene incontro coi fari puntati, di notte.
Nota bene che l'effetto di illuminazione durava solamente finché l'ingresso della galleria era bene in vista dal punto in cui la macchina si trovava. Questo eliminava le gallerie piu' lunghe, o quelle costruite in curva, dall'effetto benefico. Insomma, a mio modesto avviso, un disastro. Fortunatamente, anche quando il sistema era utilizzabile (giornata di sole tra le 12:00 e le 19:00) la percentuale del tempo in cui era in funzione era esigua. Comunque, anche nella situazione ottimale, al costo sociale dei posssibili incidenti provocati dall'abbagliamento dei gudatori si sommava il costo non trascurabile dell'energia necessaria ai motori. Eh si', non erano semplici specchi statici, ma motorizzati per potersi muovere ad imitazione dei girasoli, altrimenti il possibile tempo di utilizzo sarebbe stato di poche ore l'anno ). Insomma, un disastro. Devo dire che avevo già all'epoca avevo notato come gli specchi spesso (fortunatamente) non fossero in funzione anche quando avrebbero potuto esserlo; probabilmente per le critiche e le polemiche che il sistema suscitava.
Ed infine, da qualche anno gli specchi (mi ricordavano proprio gli specchi ustori della leggenda archimedea) silenziosamente come erano venuti, se ne sono andati. Senza clamori di cronaca. Nonostante ricerche su Internet (magari qualcuno piu' bravo di me potra' aiutarmi con informazioni in questo senso) non sono riuscito a determinare ne' la data di nascita ne' quella di morte, degli specchi della Torino-Savona. E neanche del perche' siano stati edificati, e poi rimossi. Ho fatto qualche ricerca su Google ma di questa storia non c'e' grande traccia, a parte una notiziola di .mau. di qualche anno fa, ed un link, che parla dell'interessamento delle "iene" di una quindicina di anni fa.
Tanti soldi letteralmente buttati (per la costruzione, la manutenzione, lo smantellamento) di un sistema mal pensato, progettato, realizzato e poi distrutto con conseguenze ben piu' gravi per l'ambiente di quelle del mantenimento di un sistema tradizionale di illuminazione delle gallerie. E questo senza parlare dei costi economici, naturalmente, perche' li' ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli.
So che qualcuno dei lettori si sarà già posto il problema "ma questo qui dove vuole arrivare?" Boh, fate voi. Magari la storiella non ha nessuna morale generalizzabile se non quella dell'errore umano (troppo spesso invocato in casi di fatti ben più gravi di questo). Invece secondo me una morale ce l'ha, e ve la voglio esplicitare.
In inglese esiste una parola, "hype", difficilmente traducibile in italiano. Una parola che sussume i concetti di "moda", di "esagerazione", di "futile" e di "fuffa". Hype è qualcosa di cui fa figo parlare perche' ne parlano tutti, e se tu ne parli e ne parli nel modo giusto e nei giusti consessi ti sentirai accettato e rafforzato nelle tue convinzioni. Naturalmente il concetto di "hype" è quanto di più distante dalla razionalità e dalla moderazione. Il tema delle energie alternative come globale toccasana dei problemi moderni è uno degli hype di maggior vigore e durata degli ultimi quarant'anni. Chi ne (s)parla non ha la minima cognizione di che cosa sia l'energia, di come si ricavi, immagazzini, trasporti, utilizzi. (Quasi) nessuno sa che per produrre l'energia elettrica per far andare le auto elettriche (altra panacea sbandierata come la soluzione ai problemi del mondo) occorre bruciare petrolio, o carbone, o (mammasantissima arriva lu diavulu) fondere uranio radioattivo. L'importante e' parlarne, ed essere a favore, e scagliarsi contro il nucleare, il petrolio e tutti gli altri tabu'.
E quale idea migliore che utilizzare la luce solare per illuminare (senza gli sprechi necessari alle trasformazioni di energia da una forma all'altra) delle gallerie autostradali? L'idea sembra ottima, in effetti. Ma gia' qualche conto alla radice (energia risparmiata contro energia consumata nella costruzione, manutenzione, gestione e necessario smaltimento alla fine del ciclo) avrebbe potuto far nascere qualche dubbio. Inoltre, applicazione del metodo scientifico: prima provare per poter verificare. L'installazione di un solo pilone di prova, con l'opinione dei guidatori coinvolti nell'esperimento, avrebbe per le ragioni che ho esposto sopra bloccato il progetto alla nascita, per l'evidente baco alla base dell'idea.
Ma pensate quanta carriera avranno fatto quei politici che, cavalcando lo hype delle energie alternative avevano promesso "niente più energia elettrica! illumineremo (prima le gallerie e poi il mondo intero ) direttamente con la luce solare. E naturalmente chi ha costruito, installato, gestito ed infine smantellato il sistema avrà acceso più di un cero alla madonna delle mode ideologiche alternative. Magari, chissà, oggi gestisce ristoranti vegani o installa pannelli solari...
OK, come al solito accetterò volentieri tutti gli strali della non esigua schiera degli alternativi internettici (da cui però, oltre che le imprecazioni, mi piacerebbe avere un parere di merito sull'argomento trattato) ma quando una cosa la penso, la devo dire.
FG
Post Scriptum: Naturalmente, non ritenendomi un pasdaran ideologico, ma un essere razionale e ragionevole (termini semanticamente diversi pur se etimologicamente simili), sono tutt'altro che contrario allo sfruttamento corretto delle energie rinnovabili. Sono però convinto, anche se non mi cimento nella prova numerica basata su calcoli, che se l'umanità vuole continuare a vivere con lo stile di vita cui siamo abituati nei paesi occidentali, stile cui peraltro tutti i popoli del mondo si stanno adeguando, le alternative sono due: o ridimensioniamo il numero degli appartenenti alla specie umana rendendolo veramente compatibile con lo sfruttamento delle sole energie rinnovabili (riducendolo di un paio di ordini di grandezza) oppure impariamo (e ne abbiamo la capacità) a generare energia in maniera indipendente dalla stella che ci dà luce, sfruttandone gli stessi principi: addomesticando la selvaggia potenza della fusione nucleare ed imbrigliandola per i nostri desideri. Se qualcuno mi domanda quale sia, tra le due ipotesi, quella che preferisco, non so rispondere. Istintivamente sceglierei la prima, ma naturalmente mi rendo conto del fatto che sia quella meno verosimile, a meno che non ci saremo costretti da una catastrofe apocalittica che appare purtroppo sempre meno improbabile.
FG
-----------------------------------------------------
Il 27 Agosto 2016 alle 21:41:48 FG Ha commentato:
Grazie Valerio e Carlo. Chiunque abbia percorso la Torino-Savona negli anni novanta credo abbia pensato queste cose, ma non so per quale ragione nessuno le abbia mai esplicitate :-)
-----------------------------------------------------
Il 25 Agosto 2016 alle 20:20:07 Valerio Viani Ha commentato:
Quanto davano fastidio quei cazzo di specchi! Anch'io ho pensato quello che hai scritto sugli specchi, e anche quello che hai scritto dopo. Te l'ho detto: sei un artista!
-----------------------------------------------------
Il 01 Agosto 2016 alle 23:13:59 carlo capelli Ha commentato:
Come e' vero l'ho sempre pensato ma non ho le tue capacita' di esprimerlo