Tutti i pensierini.

Pensierino di luglio 2018:

Now I'm sixty-four!

Come anche i non vecchi come me avranno capito, il pensierino (come in due raccontini precedenti) prende le mosse da una canzone dei Beatles.

Si dice che Paul McCartney avesse sedici anni quando scrisse le parole di questa canzoncina dal ritmo un po' demodé portata poi al successo (pochi anni dopo) dai Fab Four. A parte la cabala matematica, che vede in 16 la quarta potenza di due ed in 64 la sesta, e la successiva in 128 (età non ufficialmente registrata come raggiunta da un essere umano, se non nelle leggende ed esagerazioni bibliche) è sicuro che il giovane Paul vedesse allora come meta quasi irraggiungibile quell'età vetusta in cui avrebbe avuto il quadruplo dei suoi anni. Ed infatti scriveva "chissà se quando (tra così tanti anni) diventerò vecchio e perderò i capelli, mi manderai ancora gli auguri di San Valentino". Ora che di anni ne ha ben di più, probabilmente pensa che i 64 sono arrivati fin troppo presto, ed altrettanto presto se ne sono andati, macinati dalla ruota del tempo.

A diciotto anni non si pensa spesso a quando se ne avranno 64 (ed in questo onore al merito del sedicenne Paul). La mia testa, a inizio giugno di 45 anni fa era in tutt'altre faccende affaccendata. Il prossimo (prossimissimo!) esame di maturità liceale, i primi batticuori di amori agognati e decisi a deludere con un sorriso partecipe ma esplicito (un pat-pat sulla spalla emozionale) le tue faticosissime avances, le cruciali decisioni sul futuro (Università? Quale? Cos'è? Come faccio a scegliere?). Per questo, immerso nelle necessità dei ripassi frenetici degli ultimi giorni, deciso a non deludere gli sforzi dei miei che avevano creduto in me, e le aspettative di tutti quelli che mi volevano bene e facevano il tifo, avevo anche bisogno di prendere un po' d'aria fresca, un attimo di requie, e pensavo di potermelo permettere.

Fu così che accettai la proposta di partecipare ad una gita in montagna con un gruppo di amici tenuti insieme dalla tenacia e dal carisma di un giovane sacerdote che ci conduceva fisicamente (e cercava di farlo anche spiritualmente, ma con risultati per lui meno lusinghieri) in lunghe escursioni, spesso molto faticose, ma sempre estremamente gratificanti, in giro per i monti dell'entroterra della riviera di ponente. La meta quella volta era il Monte Toraggio, e l'avremmo affrontato dal percorso più lungo e meno frequentato, quello che sale dalla Gola di Gouta, attraverso il Passo Muratone ed il colle del Corvo, seguendo la linea di confine con la Francia, risalendone il versante sud-ovest. Non ero andato spesso in montagna prima di allora, e fu amore a prima vista. Molta della mia passione per la montagna, i suoi ambienti, colori e profumi derivano da quelle prime esperienze.

A Sanremo, a diciott'anni, d'estate, c'era proprio da godersela: pochi minuti in sella alla moto e partendo dalla casa in Via Martiri della Libertà potevi svaccarti sulla spiaggia dell'Imperatrice o su quella dei Tre Ponti, e poi metterti addosso maschera a pinne e andare a giocare coi polpi nelle tane o a vanamente inseguire i piccoli banchi di grossi muggini nell'acqua bassa. Ma se non avevi voglia di andare al mare potevi partire per prendere un po' di fresco verso San Romolo e, dalla vetta di Monte Bignone, spaziare con la vista sulla costa della riviera di ponente, dalla Francia alla provincia di Savona.

Quanti anni sono passati? 45. Sono tanti? Boh? a me sembra siano passati in fretta e, a voler vedere il bicchiere sempre mezzo vuoto, forse troppo in fretta. Ma il tempo non scorre nè troppo nè poco in fretta, scorre e basta.

La scorsa settimana sono stato a Sanremo per una decina di giorni. Forse non ci stavo così a lungo da quando avevo 18 anni, proprio 45 anni fa, nel 1973, quando partii per fare l'Università a a Pisa. Una coincidenza che ha cortocircuitato la mia nuova vita di sfaticato pensionato senza più pensieri di timbrature di cartellino, con la necessità di sbrigare qualche piccola questione medico-burocratica per la mamma che, anche lei, sembra intenzionata a resistere ancora per un po' di anni...

A Sanremo ho una moto, come 45 anni fa, che mi consente rapidamente di raggiungere la spiaggia e le località montane che tanto mi piacciono. Allora non c'era l'obbligo del casco ma, a parte questo, le differenze non sono sostanziali, con lo sbisciulamento nel traffico caotico tra i SUV vacanzieri ed i filobus (relitti dell'era neozoica) nel centro cittadino me la cavo ancora piuttosto bene.

Mercoledì scorso ho proposto ad un amico di quei tempi una passeggiata sul Monte Toraggio, passando dal Passo Muratone, dal versante Sud-Ovest. Ha preso un giorno di libertà dal lavoro (lui ancora non se lo è scrollato di dosso, ma credo/spero per lui che lo farà a breve) ed abbiamo camminato e chiacchierato insieme per otto ore, fotografando fiori e ripercorrendo amicizie, amori, errori ed orrori giovanili, massacrandoci i piedi e beandoci gli occhi, le orecchie, il naso dei paesaggi, silenzi e profumi della montagna d'estate. Abbiamo brevemente scherzato, in discesa, con un gruppo di tedesche che, appesantite dalla stessa età e dalle stesse nostre rughe ma da zaini più grevi percorrevano l'Alta Via dei Monti Liguri dal Rifugio Allavena a quello di Gouta.

Il giorno dopo, nell'acqua trasparente dei Tre Ponti scendevo pinneggiando lungo la sagola di ormeggio di una boa, per giocare con un piccolo polpo che stava per spolpare una conchiglia più grossa di lui. Se l'è data a gambe (o a braccia?) rifugiandosi sotto il blocco di cemento che teneva la boa ancorata al fondo, a una decina di metri di profondità. Gli ho rubato la conchiglia che era ancora sana a salva, ma poi ho restituito quello che sarebbe stato il suo faticoso pasto (aprirla credo che gli abbia richiesto tante energie quanto ne ha ottenute pappandosela). Il giorno dopo lui era ancora lì, sempre sotto la stessa pietra di ancoraggio della boa, con la stessa conchiglia. E nel frattempo era riuscito ad aprirla e a mangiarsela risata.

Nel pomeriggio, con Maddalena, siamo andati a fare un giro in barca, invitati da due (relativamente) nuovi amici, all'Aregai di Cipressa. Mare spettacolare, bagno nell'acqua fresca e limpida, un mare di cristallo che non ha nulla da invidiare (se non la ricchezza di forme e di colori) a quelli tropicali che ci hanno fatti beare tante volte. La sera, a cena dagli stessi, con anche due miei vecchissimi compagni di scuola di 50 anni fa, ridiventati cari amici e ritrovati recentemente anche grazie alle vituperate tecnologie elettrotelematiche ed ai servizi di connessioni sociali ad esse intimamente legati. Vino, insalata russa, olive, salame, piatti della tradizione tunisina, paste con crema chantilly. A mezzanotte le tre ragazze ciacolavano fitto fitto spettegolando lievemente su non so quali comuni conoscenze femminili, noi tre ultrasessantenni neoadolescenti stavamo a farci grasse, etiliche e stupide risate sui più beceri e politicamente scorretti filmatini trovati recentemente su Youtube. A casa alle due di notte, cercando di entrare senza svegliare la mamma, sperando che non si fosse troppo preoccupata per la nostra assenza.

Ancora domenica, a pranzo da altri amici (lui addirittura compagno delle medie) che hanno insistito per averci a bordo piscina circondata da un coloratissimo e profumatissimo giardino traboccante di essenze mediterranee, a ricambiare (rincarando la dose ed alzando la posta risata) con pesce alla griglia la grigliata più prosaicamente carnivora che avevamo loro offerto recentemente in montagna. Le differenze (quelle poche che ci sono) con 45 anni fa non sono tutte negative come i lievi acciacchi, l'incanutimento della chioma (laddove ancora presente) e l'appesantimento della skyline pancia-tette. In fondo, allora, la barca la griglia e la piscina non c'erano... Citando sproloqui ben più tristi ed attuali, la pacchia per me e per noi non è ancora finita, anche se sicuramente prima o poi lo farà, com'è naturale.

Rifletto su questo compleanno ormai imminente (questione di ore). Un compleanno qualunque, non fosse per la sesta potenza di due e per la canzone dei Beatles. Ma importante per me, il primo da 50 anni in cui non ho l'assillo, che per quanto talvolta debole o persino piacevole è stato sempre presente, del dover "timbrare il cartellino". Le connessioni e coincidenze tra l'oggi, in cui mi sto accomiatando dalla vita dell'età adulta, del lavoro, del dovere prima del divertimento, del procacciarsi cibo e benessere, e l'anno in cui mi affacciavo per la prima volta seriamente alla vita, 45 anni fa, mi fanno sorridere. Penso alla mia sterminata fortuna, di cui essendo convintamente ateo non riesco a ringraziare alcuna entità superiore, ma per cui ringrazio di cuore tutti quelli che mi sono stati accanto e continueranno ad esserlo.

Io ci sono ancora, tanti altri non ci sono più. Ho conosciuto e vissuto un'epoca strana (ne parlavamo anche con Marco sulle pendici del Toraggio). Un'epoca di grandi illusioni, rimescolamenti, sommovimenti a volte caotici. Di intelligenze geniali bruciate e devastate, di tumulti politici, di passioni ideologiche che hanno portato conseguenze estreme. Io, nella mia vile mediocrità, sono indegnamente sopravvissuto e posso cullarmi beandomi nel persistere di queste piccole grandi abitudini, di questi piaceri semplici e della buona sorte che fino ad ora mi ha consentito di goderne.

64 anni. Quest'anno ci sono tante ragioni di essere contento, di unirmi convintamente alle parole e alla musica di Violeta Parra. L'anno prossimo, forse, ce ne sarà una in più o una in meno. Ma lasciatemi godere questo giorno e questo momento, ora.

FG

Commenti ricevuti:

-----------------------------------------------------
Il 04 Luglio 2018 alle 15:39:31 Serge Ha commentato:
...... e da inguaribile ottimista, caro Guga, avrai..... ne avremo più di una! Quindi godiamo di questi anni a cavallo di due secoli e millenni che la Vita ci ha offerto. Comunque finisca, per quel che abbiamo visto e fortunatamente (almeno per ora) NON VISTO, è stato un successo!
-----------------------------------------------------
Il 04 Luglio 2018 alle 8:33:18 FG Ha commentato:
@Mauro: capiterà, capiterà, prima o poi...
@anonimo: Ti conosco, mascherina 😍
-----------------------------------------------------
Il 04 Luglio 2018 alle 2:44:07 Mauro Gregori Ha commentato:
Grazie! Letto d’un fiato e partecipato con il ricordo per ogni scorcio, profumo, atmosfera di quella terra lontana, anche mia terra! Esperienze molto simili le mie nei miei diciott’anni e in quelli a seguire, stesse ansie, stessa futura meta (Pisa, dove ci siamo conosciuti insieme alle nostre future consorti). Grazie amico, spero di rincontrarti presto!
-----------------------------------------------------
Il 04 Luglio 2018 alle 0:19:25 Anonimo Ha commentato:
Evviva! Speriamo che duri questa visione positiva della vita! 👏🏼👏🏼👏🏼