Pensierino di novembre 2022:
Cucina kosher
Un'occhiata di sfuggita ad uno dei tanti (troppi, troppissimi) programmi TV sulla cucina, i cuochi e il cibo mi hanno spinto a qualche oziosa riflessione che qui condivido con i (pochi, pochissimi) fannulloni che sprecano tempo prezioso leggendo i miei pensierini.
Il buon cibo è una delle (troppe, troppissime) mie passioni, così come la riflessione sulle debolezze della mente umana. E i programmi che parlano di ristorazione e di abilità culinarie sono una fonte inesauribbile di riflessioni sulla stupidità. Stasera andava in onda su "Nove" (su cui ho carrellato durante la pubblicità in onda sugli altri canali) uno dei tanti cloni del fortunato "Quattro ristoranti" di Borghese, che ha dalla sua l'unico vantaggio di essere stato il primo di una formula (altri direbbe "Il format") di grande successo. Il programma si chiama "Little big Italy", è condotto da un sedicente ristoratore di nome Francesco. Si tratta di una gara in cui, all'estero, si cerca la migliore cucina italiana (uno dei tormentoni dei (troppi, troppissimi) italiani che viaggiano non per il piacere di viaggiare, ma per il gusto di tornare a casa dicendo che come in Italia non si mangia da nessuna parte del mondo). Se c'è una categoria di persone che ritengo "povere di spirito", queste ci rientrano a tutto diritto.
La gara si svolgeva a Tel-Aviv, città israeliana che sta a Gerusalemme come Milano sta a Roma, all'incirca. Tra i ristoratori italiani c'era una coppia di cuochi evidentemente gay (buon per loro, niente da rimarcare in merito) che si vantano di avere, in Tel Aviv, un ristorante di cucina italiana kosher. E qui già ci sarebbe da meditare. Può un ristorante che si dichiara "di cucina italiana" dichiararsi anche "di cucina kosher"? Il dibattito seguirà la proiezione del film, come nei cineforum dantan.
La cucina italiana kosher è come la cucina vegana: come i vegani fanno le bistecche di seitan imitando la carne rossa, i kosher italiani fanno il ragù alla bolognese mettendo il tonno al posto della carne perchè la carne (quella di maiale) è tabù nella cucina kosher mentre il pesce (NdA: ma solo quello con le squame!) è consentito. OK. Non tutti i miei lettori naturalmente sanno quali sono le cinque principali regole della cucina kosher (immagino ce ne siano centinaia di secondarie, ma non ho indagato). Andatevele a leggere per esempio qui se siete interessati, ma anche solo se volete farvi quattro risate.
Tra le regole, una postilla della regola 4 (almeno nell'elenco linkato) recita che "Le materie prime non devono contenere insetti o bachi". Regola kosher o regola del buon senso comune, condivisa da tutti i ristoratori del mondo (per lo meno quello occidentale)? Ebbene sì, la trasmissione, per sottolineare la natura italiana e veramente kosher di quella cucina faceva osservare come ogni foglia di salvia prima di essere cucinata venisse minuziosamente osservata dal cuoco sotto la luce del telefono cellulare (funzione "torcia elettrica"). Grazie, tecnologia! chissà come facevano quelli che hanno scritto la Thora (e quindi le regole del cibo kosher) senza la funzione "Torcia elettrica" del telefono cellulare: magari erano rimasti ancora ai cellulari TACS o addirittura al telefono fisso con disco combinatore. Che sfigati!
Naturalmente potete sfiziarvi con le altre regole della cucina kosher (a leggerle c'è da stropicciarsi gli occhi, darsi un pizzicotto e chiedersi: ma mi sono svegliato nel secolo di "Non ci resta che piangere", o forse qualche millennio prima?). Tutto concorre, al sottoscritto, a chiedersi come sia possibile non solo che un manipolo di imbecilli (paragonabile ai terrapiattisti) possa nel 2022 mangiare secondo le regole di un libro scritto da Mosè (così credono i cretini che ci credono), ma anche perchè gente che non sa neanche cosa sia la Thora possa essere attratta dal fascino di pratiche che al confronto il vischio dei druidi di Assurancetourix è robba all'avanguardia.
Ma questa seconda parte ha una spiegazione molto più semplice. L'esistenza di imbecilli che credono VERAMENTE nel terrapiattismo è purtoppo cronica nell'umanità, una certa percentuale di imbecilli non ce la possiamo risparmiare. Ma poi ci sono quelli che sono ancora più imbecilli (se possibile), e sono i modaioli.
Quelli che "ah, certo io non sono terrapiattista, però sono novax perchè fa fico". Quelli che "Non sono certo ebreo, ma hai mai provato la cucina kosher? Lì ogni bottiglia di vino ha un certificato che attesta che un rabbino osservante ne ha seguito la produzione biologgica dalla vigna all'imbottigliamento, pensa che figata!"
Sarà che anni addietro, in uno dei miei (troppi, troppissimi) viaggi di lavoro, una volta ho osservato un ebreo osservante, di quelli con la kippah, il tunicone nero e i riccioli lungo le basette, rifiutare il modesto pasto passato dalla compagnia aerea e cibarsi di vecchie croste di pane azzimo conservate in un immondo sacchetto di plastica del supermercato annodato alla bell'e meglio (una di quelle visioni che ti restano nella testa per tutta la vita). Questo belin (non uso il termine con la doppia zeta, anche se lo meriterebbe) di programma, nella puntata in ispecie dedicato ad Israele, mi ha ricordato tante cose, dal ricciolino seduto in aereo a mangiare croste di pane raffermo raccogliendo le preziose briciole cadute in grembo, ai monaci giainisti che spazzano davanti a sè il percorso in cui cammineranno, per non uccidere insetti. Agendo con la stessa minuziosa accuratezza che i cuochi "kosher" del programma osservavano, spulciando (è il caso di dirlo) sotto la torcia elettrica del cellulare le foglie di salvia, per uccidere qualsiasi insetto vi avessero trovato sopra.
E' davvero uno strano mondo, il pianeta terra nell'anno del Signore 2022, e molto strane sono le bestie che governano questo pianeta, non meritandoselo.
FG